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STEFANO BACCEGA
PREMESSA
Per coloro che non hanno pratica di vela,
alcuni particolari possono essere difficili da comprendere, poiché fanno
riferimento alla tecnica stessa.
È opportuno precisare che l’episodio narrato
è avvenuto negli anni ’80 con un’imbarcazione dotata delle attrezzature
disponibili per il diporto in quel periodo. Mancavano a bordo attrezzature e
strumenti che, diffusi negli anni successivi, avrebbero di molto facilitato la
navigazione del nostro skipper solitario e cioè: rulla fiocco, timone
automatico adeguato, GPS con cartografico e ripetitore esterno, Navtek,
Internet e telefonia cellulare. Inoltre, oggi i navigatori possono usufruire di
un servizio di previsioni meteo molto affidabile nei contenuti e soprattutto
disponibile in ogni momento. All'epoca il servizio radio VHF italiano
trasmetteva i bollettini meteo e gli avvisi ai naviganti tre volte al giorno ad
orari prefissati e gli avvisi di burrasca all'occorrenza, l’alternativa era
l’ascolto degli stessi su Radio RAI, sempre con emissione tre volte al giorno:
ma l’effettiva ricezione corretta e l’affidabilità…non erano certo quelle
odierne! Il protagonista del racconto passa una brutta avventura a lieto
fine: se fossero stati a bordo in due, con le attrezzature oggi di comune
utilizzo, sarebbe stato quasi entusiasmante!
CRONACA DI UNA BURRASCA NON ANNUNCIATA
TRAVERSATA ADRIATICA IN SOLITARIO LUSSINO-ANCONA
Ore 4,30
Un mattino di giugno, anni '80
Baia di Krivica (Lussino, allora Jugoslavia)
- 68 mm da Ancona
Pos. Lat.44°29’ Long.14°29’
La barca di Joe, un Grande Soleil 34 a vela,
è ormeggiata all'ancora, prua all'uscita della baia, poppa legata agli alberi.
Joe ha passato innumerevoli notti in questo piccolo specchio d’acqua nella
parte Sud Ovest dell’isola di Lussino. La baia è veramente splendida,
circondata da alti pini, ridossata dai venti dominanti e soprattutto dalla
Bora. L’ingresso è ampio, poi si restringe per allargarsi nuovamente come un
piccolo lago. In questo punto, negli anni ’80, le barche ormeggiavano
tutt'intorno, le ancore al centro e poppa agli alberi. Non era raro, con la
Bora che soffiava forte da terra verso il mare, veder arrivare ed accogliere
naviganti infreddoliti e bagnati che qui, in assenza di vento, trovavano
ridosso e un ambiente quasi irreale. In quegli anni nella parte interna della
baia esisteva solo un piccolo molo di pietra per l’attracco di un paio di
barche a fondo piatto e una costruzione diroccata in mezzo ai pini nella parte
Nord. Un sentiero tra i boschi collegava il luogo al paese di Lussino. Quando
si tratteneva qui, Joe passava le giornate soprattutto pescando e nuotando in
quell'acqua limpida che aveva sognato per tutto l’inverno. Nel ventre materno
di Krivica aveva passato giorni indimenticabili. Non poteva immaginare che,
pochi mesi dopo, la baia tanto amata avrebbe mostrato un amaro aspetto
matrigno: ma questa, però, è un’altra storia. Adesso è ora di ritornare ad
Ancona. Al momento di salpare, Joe sfila la cima che trattiene a doppino la
poppa della barca agli alberi, poi corre verso prua e afferra la catena
dell’ancora tirandola con forza. Non c’è vento a quest’ora di mattina, con un
piccolo abbrivio la barca è al centro della baia. Lo sguardo va’ verso il mare
aperto, una linea più scura al largo preannuncia che il vento sarà presente e
che sarà proprio Bora, visto che sotto costa il mare è completamente piatto. La
sera prima Joe aveva ascoltato attentamente le previsioni meteomarine a quei
tempi in uso e cioè: Il Meteomar sul VHF e Radio RAI alle 22. Sul barometro di
bordo la pressione era in aumento e sull'igrometro l’umidità in diminuzione. La
previsione per la giornata era di venti moderati da Nord Est, sereno, mare
forza 3/4. Joe poteva essere soddisfatto: avrebbe trovato un po’ di mare, ma
sarebbe stata una veleggiata in poppa, senza motore, e con il sole!
Coerentemente la sera precedente aveva notato uno dei classici segni precursori
della Bora: una brezza da Scirocco associata ad un aumento barico. Per essere onesti,
Joe sarebbe partito comunque, come del resto aveva sempre fatto, fidando molto
nelle sue capacità e nella buona sorte, con le energie, la determinazione e,
perché no, con l’inconsapevole incoscienza della sua giovane età.
Una burrasca non annunciata un racconto di Stefano Baccega
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